Interviste

Interviste a scrittori, attori e artisti

“Mi capita spesso di parlare e confrontarmi con colleghi del mio mondo, scrittori, attori e artisti. Condividere con loro visioni, cultura e idee. Analizzare aspetti della vita e le loro opere, carpire i messaggi più nascosti e intimi dei loro lavori."

Così la fondatrice di Testo e Pretesto, Angela Aquilini, descrive i suoi incontri con attori e autori ma anche altri artisti che popolano l’universo culturale della nostra officina di divulgazione letteraria e artistica con sede a Roma.
Il nostro obiettivo è quello di fare un’autentica divulgazione culturale e artistica e la facciamo attraverso diverse iniziative. Oltre alle recensioni di libri, mostre e opere rappresentate attraverso i molteplici linguaggi artistici, produciamo anche interviste a scrittori, attori e artisti. Attraverso la nostra passione per l’arte, la lettura e gli spettacoli, cerchiamo di destare interesse in un vasto pubblico, dando visibilità e valore al meglio della produzione culturale contemporanea.



Intervista a Mara Morelli

Il Teatro come via d’uscita dalle mie “comfort-zone”. Tanto studio anche per sentirti un’attrice amatoriale.

10.11.2023

In occasione della messa in scena di BITTERSWEET COMEDY, ho avuto l'onore e il privilegio di intervistare Mara Morelli.

Come ti sei avvicinata al teatro?
"Quasi per caso, in un periodo particolare della mia vita, e in quell’età in cui le donne sentono l'esigenza di fare qualcosa per se stesse. Un giorno, lungo la strada che percorrevo quotidianamente per andare a lavorare, apparve uno striscione pubblicitario “Io canto, io ballo, io suono, io recito - Prossima apertura” senza pensarci due volte mi sono fermata a chiedere informazioni. La recitazione mi stuzzicava molto. La scuola non era ancora pronta e non avevano idea dei corsi che vi si sarebbero tenuti e dei costi. Presero il mio numero di cellulare e dissero che mi avrebbero contattata quando sarebbero stati operativi. Non sapevo che era la scuola di recitazione Artès che stava aprendo Enrico Brignano a Pomezia, se l'avessi saputo forse non mi sarei mai fermata. Fui contattata dopo circa un mese, feci un provino e così iniziò la mia avventura con la “A” maiuscola nel mondo del teatro."

Dal momento in cui hai chiesto informazioni nella scuola Artès di Enrico Brignano, a quando sei stata contatta per la prova di ammissione, ricordi qualche tua fantasticheria, se preferisci, sogno, nella eventualità di calcare un palcoscenico?
"C’era più l'idea di apprendere le tecniche per potersi esibire in pubblico. Ci sono persone che sono dotate di un talento naturale per poter salire su un palcoscenico, ma se, poi non studiano e non ci mettono la tecnica, la loro credibilità dura pochissimo. Dietro ad ogni buona esibizione ci sono anni di studio, e non è neanche detto che arrivi al pubblico. "

Un corso di recitazione per fare qualcosa per te?
"In realtà non sapevo a cosa sarei andata incontro, era un modo per uscire da quelle che ho sempre considerato le mie "comfort-zone", ma che comfort-zone evidentemente non erano se non per abitudine. Mi piaceva l’idea di recitare, una cosa che ho sempre sentito fin da bambina, da quanto vedevo i film e i cinegiornali al cinema Impero."

Hai nominato il cinema Impero, quello su via dell'Acqua Bullicante, alla Maranella. Cosa ti lega a quel quartiere romano?
"Un pezzo del mio cuore è, e rimarrà in quel quartiere. Ci sono nata, cresciuta, e ci ho vissuto fino al 2006. In quei luoghi, dovunque andassi, mi ritrovavo immersa in quello che vedevo nei film, era un set cinematografico a cielo aperto. Sono sempre stata una buona osservatrice e mi divertivo a ritrovare tra gli abitanti del quartiere, tutti i personaggi che i miei attori e registi preferiti riportavano e interpretavano sul grande schermo. "

Con il tuo tanto amato quartiere, hai mantenuto dei contatti, magari attraverso i tanti gruppi social di antichi abitanti di Torpignattara?
"Sono iscritta a diversi gruppi di zona, ma quello con cui interagisco di più è il gruppo “ER VICOLO DELLA MARRANELLA”. Lì ho incontrato amici e conoscenti che avevo perso di vista e ne ho trovati di nuovi, quelli che non avevi mai frequentato ma che conoscevi per sentito dire. Tra tutti è come avere un filo che ci unisce. L’amministratore, Giancarlo Badaracco, si spende molto per rendere unito e vivo il gruppo. Organizza cene/incontro dove ho avuto il piacere di esibirmi per amicizia e affetto verso i numerosi partecipanti."

Tornando al tuo percorso formativo. Hai al tuo attivo moltissime ore di lavoro con tanti insegnanti compreso Enrico Brignano. Hai partecipato a spettacoli teatrali diretti da Maria Letizia Gorga, Pierfrancesco Poggi, soltanto per citarne alcuni, però, non hai scelto di essere attrice, per così dire, a tempo pieno.
"Ho iniziato a fare teatro con la consapevolezza che l'età non mi avrebbe permesso di intraprendere una professione a tempo pieno. Il mestiere dell’attore lo devi iniziare da giovane. Per viverci non basta fare solo teatro, devi fare anche cinema e televisione. Essere un attore amatoriale comunque non vuol dire essere un attore di serie B. Vuol solo dire che fai l’attore con grandi sacrifici. Sottraendo tempo ed energie al tuo tempo libero."

Cosa significa, per te fare teatro?
"È mettersi in gioco accettando sempre nuove sfide. È regalare un’emozione a chi ti è venuto a vedere. È gioco, passione, divertimento, sudore, commozione. E, se dopo tutto questo, alla fine, ricevi i complimenti dal pubblico, è molto gratificante."

Ti è mai capitato di dimenticare una battuta e di dover improvvisare?
"Sì, certo! Addirittura ho avuto il buio totale su un pezzo che avevo scritto io. L'importante è restare nel personaggio e cercare di andare avanti senza farsi prendere dal panico. A teatro non è come al cinema, e comunque, studiare tanto e fare tanto laboratorio serve anche a questo. "

Il pubblico ha percepito quel tuo “buio totale"?
"Sì, perché lo dichiarai. Fui costretta a farlo e in quell'occasione non fu un dramma, anzi il pubblico capì e mi incoraggiò molto. Mi andò bene! Pagai lo scotto della mia inesperienza, ma anche quella dei miei compagni che non furono pronti ad intervenire. Fu una grande lezione per me. Oggi sono sempre pronta dietro le quinte, se dovesse succedere anche ad un compagno di lavoro. "

Prendi ispirazione da qualche attrice famosa? Ce n’è una in particolare?
"Beh.. se penso ad un’attrice con la “a” maiuscola, penso ad Anna Magnani. Ora, dire di prendere ispirazione da lei è un parolone, lei è unica e inimitabile. Diciamo che in comune con la Magnani ho la romanità e l'amore per Roma, la passione per gli animali, il carattere apparentemente forte, l'essere un'accanita fumatrice e l'amore per il mare. Non cercherei mai di imitarla, sconfinerei nel ridicolo, però da lei prendo spunto e la studio molto."

Se ti chiedessero di preparare un monologo di una delle donne interpretate dalla Magnani per un provino, quale sceglieresti?
"Non lo so, sarebbe veramente difficile sceglierne uno, forse estrarrei a sorte tra *Bellissima*, *Nella città l'inferno*, *Mamma Roma*, o *Siamo Donne.* Per una canzone, invece, mi preparerei *La Fioraia del Pincio* del film *Siamo Donne.*"

Con il personaggio di Matilde, la tua ultima fatica, in BITTERSWEET COMEDY di Chicca Ferulli, con la regia di Alessandro Di Rienzo, non hai perso una battuta, hai dimostrato di essere a tuo agio nella parte della provinciale in visita ai parenti di New York insieme a "tuo marito” Amilcare (Alessandro Bongiorno). Puoi svelare qualche segreto per entrare meglio nella parte?
"Non ci sono segreti, solo tanto lavoro dietro. Per dire anche solo una battuta in una commedia, la devi avere ben visualizzata in mente nel suo complesso. Sapere bene a memoria tutte le tue battute, ma anche quelle dei tuoi compagni presenti nella scena. Provare tanto le entrate, le posizioni sul palco e le uscite. Generalmente io trovo il personaggio solo verso la fine, quasi a ridosso della prova generale e devo dire ahimè con grande ansia del regista e dei compagni di lavoro."

Avevi già lavorato con la compagnia di Chicca Ferulli?
"No, mai lavorato. L’attrice che avrebbe dovuto interpretare Matilde non poteva più portare avanti l'incarico e mi contattarono. Il personaggio con il suo dialetto “non romano” rappresentava una bella sfida per me dopo che ero stata ferma per anni. Tutti gli altri attori della compagnia mi hanno subito riservato un’ottima accoglienza. "Mio marito Amilcare” (*Alessandro Bongiorno*), uomo di cuore, generoso e sensibile è stato sempre pronto a sostenermi e a tranquillizzarmi dietro le quinte. La stima che nutro nei confronti di *Chicca Ferulli *sia come attrice che come scrittrice, con la mia partecipazione in BITTERSWEET COMEDY si rivolge anche e soprattutto nei confronti di *Alessandro di Rienzo,* giovanissimo, ma bravo e preparato regista."

Hai qualche progetto in cantiere?
"In questo momento mi godo il meritato riposo, però come tutti gli attori, nel frattempo, sto pensando a come rimettermi in gioco. Nella mente ci sono tante idee da sviluppare, per adesso sono soltanto delle bozze, ma sto cercando di trovare l’ispirazione giusta per poter partire con un nuovo progetto e dedicarmici. A volte le cose belle nascono e arrivano quando meno te le aspetti."

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